Bambini bonsai, di Paolo Zanotti

 

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In un futuro non così lontano, i bambini sono creature diafane e solitarie, costrette a ripararsi dal sole perenne e feroce, ricche di una fantasia acutissima, a noi sconosciuta. Pepe è cresciuto in una baraccopoli ai margini di Genova, alle prese con una madre soavemente irresponsabile e un padre smarrito nelle droghe musicali. Per anni sue confidenti sono state le antiche figure borghesi del cimitero di Staglieno e una vecchia zia eccentrica, ultima testimone della scomparsa dei gabbiani. Ma Pepe adesso scruta i cieli, sa che il momento è vicino: tra poco non sarà più solo, dopo anni di calura sta per tornare la grande pioggia. Un evento così catastrofico che la vita ordinaria ne sarà sospesa, gli adulti si rifugeranno in letargo nelle loro stanze e i bambini potranno invece avventurarsi liberi per le strade del mondo. Assieme a Primavera, compagna precoce e ficcanaso, Pepe è finalmente pronto a partire per il viaggio di tutta una vita. Non sa ancora che nella pioggia troverà l’appuntamento struggente e definitivo con Sofia e Petronella, l’amicizia, il mare, la morte, la ribellione, l’amore. Non sa ancora che in quelle poche settimane si giocherà per intero il senso del suo destino.
Non solo è il più originale romanzo di formazione di questi nostri anni, dalla rara felicità stilistica e inventiva: Bambini bonsai regala a chi lo legga un’esperienza unica, una chiave preziosa per il mistero profondo dell’infanzia. Un’infanzia che è così fragile e prima o poi si scioglie, ma rimane al contempo in ciascuno di noi come l’eternità segreta degli affetti.





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