Il nano e il manichino, di Slavoj Žižek

 

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Il cristianesimo è una religione perversa? Dio Padre, che pone in mezzo al Paradiso l’albero della conoscenza e poi proibisce alle sue creature di gustarne i frutti, sembra agire come un perverso, e perverso è il piano divino che prevede di sacrificare il proprio Figlio per salvare quelle stesse creature da Lui spinte a peccare… Tuttavia, nonostante questo – o forse proprio per questo – il cristianesimo resta una religione autenticamente «rivoluzionaria», forse la sola in grado di farci riflettere sulla condizione paradossale dell’uomo: e Slavoj Žižek, in questo denso e sorprendente volume, arriva a sostenere– da un punto di vista completamente ateo – che «per essere un vero materialista dialettico bisogna andare fino in fondo all’esperienza cristiana». E la vera esperienza cristiana viene trasfigurata: non consiste più (o non soltanto) nella fede nel Grande Altro divino, ma soprattutto nella tragica consapevolezza dell’impotenza radicale di Dio. Riproponendo, con coraggio teoretico ineguagliabile, i dilemmi agostiniani e kierkegaardiani, Slavoj Žižek fornisce con questo saggio – tanto ai credenti quanto ai non credenti – una visione veramente sovversiva dell’eterno problema di Dio. E poiché oggi anche i difensori dell’Illuminismo riconoscono che una visione religiosa è necessaria per ancorare il nostro atteggiamento etico e politico in un’epoca post-religiosa, questo libro si candida a punto di partenza per un dibattito quanto mai necessario.





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