Ariana Harwicz, Baci all’inferno

 

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L’oggetto che vi trovate tra le mani non è un semplice romanzo: è un’esperienza di lettura tra le più perturbanti che possiate fare oggi. Ma andiamo per ordine: Baci all’inferno comprende due romanzi brevi, La debole di mente e Precoce, legati tra loro dal tema della relazione fra madre e figli. Nel primo, l’autrice ci conduce nei meandri di un rapporto quasi animale tra una madre e una figlia. Nel flusso di coscienza che riprende una forte tradizione europea femminile (da Virginia Woolf a Nathalie Sarraute) si innesta però con violenza una vena grottesca che richiama tanta grande letteratura latino-americana.
Narrato in brevi scene, La debole di mente è costellato di emozioni estreme e corpi violati, da un’infanzia fragile a un finale tanto straordinario quanto imprevedibile. Al centro di Precoce è stavolta il rapporto tra madre e figlio: entrambi diseredati, nuovi poveri europei, la loro vita in comune è un rovesciamento totale dei ruoli familiari classici, che mette in questione il significato stesso e i presunti doveri della maternità. In uno stile disincarnato, spoglio di ogni ornamento e convulso come la vita stessa, Precoce ci racconta di come a volte l’inferno in cui viviamo sia causato dall’eccesso di amore.





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